PERCHÈ ASSOCIARSI?

STORIA DI CHIAMA L’AFRICA

E’ nata nel 1997 come campagna di sensibilizzazione e come strumento di collegamento tra gruppi e organismi impegnati in azioni di solidarietà con l’Africa.

Nel 1999 Chiama l’Africa è diventata Onlus .

Oggi si parla di Africa molto più frequentemente rispetto a qualche anno fa, ma a questa accresciuta attenzione non corrisponde una adeguata conoscenza del continente. Immagini e reportage documentano quasi esclusivamente il volto di un’Africa che soffre, dilaniata dalle guerre e afflitta dalle carestie, in cui imperversano la fame, la povertà, le malattie. Si dimentica l’Africa che – nonostante tutto – resiste e costruisce ogni giorno il proprio presente e il proprio futuro. L’Africa che in ogni angolo del continente, anche nelle situazioni più difficili, vede moltiplicarsi le iniziative di pace e di sviluppo, le espressioni della società civile, la produzione artistica e culturale e i fermenti in campo politico e sociale.

Dopo secoli di colonialismo, l’Africa continua ad essere depredata delle sue ricchezze, scossa dai conflitti, privata di milioni di suoi cittadini costretti ad emigrare.
Noi vogliamo affermare che – se se sottratta al giogo di una eterna schiavitù – l’Africa può uscire dal sottosviluppo al quale sembra condannata. La condizione è che sia lasciata libera di fare le sue scelte e di percorrere la sua strada. Il vero “sviluppo” (parola “tossica” secondo Latouche) non consiste nella riproduzione dei modelli di vita e di crescita economica dei paesi ricchi, ma consiste piuttosto nella piena espressione delle potenzialità e delle risorse degli individui, dei popoli e dei loro territori, ognuno secondo le proprie peculiarità.

La base associativa di Chiama l’Africa è formata da Ong, associazioni e comitati che partecipano in modo attivo e propositivo alle sue attività. Oltre ai SOCI veri e propri esiste in molte regioni italiane una rete di ADERENTI e SOSTENITORI, anche singoli cittadini, interessati a promuovere le nostre iniziative e ad appoggiarle economicamente.

Migliaia di organizzazioni e di volontari di tutto il mondo lavorano instancabilmente da anni in questi paesi attraverso interventi primari nel campo della salute, della nutrizione, dell’istruzione oppure con progetti di formazione e di microimprenditorialità.

Sosteniamo queste iniziative, ma riteniamo altrettanto importante impegnarci per costruire in Italia e in Europa un approccio che sappia andare oltre l’aspetto caritatevole e assistenziale, che possa restituire finalmente all’Africa il posto che le spetta nel panorama mondiale e nella storia dell’umanità.

FINALITA’

Richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass media sul continente africano, per farne conoscere i problemi ma anche la ricchezza, i valori e le potenzialità.

Coordinare tra loro associazioni e gruppi impegnati in azioni di solidarietà con le popolazioni africane, anche immigrate.

Esercitare un’azione di lobby sui governi e sulle istituzioni nazionali e nelle sedi internazionali affinché si prendano iniziative politiche concrete per la pace e lo sviluppo del continente.

Favorire la nascita di un nuovo patto di solidarietà con i popoli africani a partire da un riconoscimento della loro dignità

Promuovere una nuova politica della solidarietà, che vada oltre gli aiuti e che riconosca a ciascun popolo il diritto a scegliere la propria via allo sviluppo

Sostenere progetti di sviluppo in cui sia privilegiato il ruolo della società civile locale

1997- 1998
“ARRIVA L’AFRICA” I CAMION

Un viaggio reale e metaforico alla scoperta del continente.
I tre camion che compongono la mostra viaggiano per la penisola sostando in 48 città italiane
: Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Chiavari, Civitanova Marche, Crema, Cremona, Cuneo, Faenza, FAno, Ferrara, Fidenza, Firenze, Imola, Lecce, Livorno, Lucca, Macomer, Mantova, Mazara del Vallo, Milano, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Potenza, Prato, Pratovecchio, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Salerno, San Benedetto del Tronto, Senigallia, Terracina, Torino, Treviglio, Verona, Viareggio, Vicenza.
Montati in piazza in forma semicircolare, vengono visitati da migliaia di persone, attraverso un percorso che si conclude nel cortile interno. Qui – come in un vero villaggio africano – lo spazio è animato da musiche, danze, vendita di prodotti artigianali, dibattiti.
In 15 mesi i camion hanno percorso un itinerario di 70.000 km. e sono stati visitati da un milione e trecentomila persone. 564 associazioni e 74 enti locali sono stati coinvolti nella organizzazione dell’evento nelle varie città italiane. Parallelamente alle soste dei camion si sono svolti circa 90 dibattiti, 85 concerti e decine di altre manifestazioni (mostre, films, spettacoli teatrali, danze, giochi).
Il viaggio, iniziato a Firenze il 13 settembre 1997, si conclude a Roma l’8 dicembre 1998 con la partecipazione di artisti africani e italiani e di vari testimonials: Nour Eddine, Novalia, Pape Kanouté e i Mandé, I tamburi di Gorée, Ranzieh Mandah, Klez Royn, Alessandro Gassman, Giuliana De Sio, Padre Alex Zanotelli.
Il 5 dicembre nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio, si svolge il Convegno internazionale dal titolo L’oggi dell’Africa, tra passato e futuro, con la partecipazione di Wole Soynka (premio Nobel per la Letteratura), Joseph Ki-Zerbo (storico), Albert Tevoedjré (ministro delle finanze del Benin), Francesco Rutelli (sindaco di Roma), Martin Nkafu (docente all’Università Gregoriana di Roma), M.me Beatrice Damiba (ambasciatrice del Burkina Faso e presidente degli ambasciatori africani in Italia), Emma Bonino (commissario europeo), Rino Serri (sottosegretario agli Esteri), Romano Prodi (Presidente della Commissione Europea), Renzo Petraglio (biblista), Riccardo Petrella (economista).

Inizio del viaggio

Percorrendo il primo semirimorchio si entra nel cuore del pianeta e dell’universo, in un mondo tutto da scoprire fatto di atmosfere e suggestioni. Un’immersione totale nel centro dell’umanità, verso il cuore del continente Africa.

Interno secondo camion

Incontrando l’Africa è inevitabile misurarsi con le sue tante contraddizioni, frutto della contaminazione progressiva fra tradizione e modernità: vecchie pentole vuote a ricordare che l’abbondanza qui non è di casa; plastica, legno, stoffe, metalli, conchiglie: materiali vecchi e nuovi che – riplasmati e riciclati – assumono nuove sembianze e nuova vita.

Fine del percorso

Una lunga parete di foto girevoli mostra al visitatore i tanti volti di paesi, popoli e culture: le infinite tessere del mosaico “Africa”. Siamo all’antitesi delle estreme semplificazioni con cui si è soliti racchiudere il continente in un unico grande immaginario collettivo, fatto di stereotipi e luoghi comuni

1999 – 2001
RICONCILIARSI CON L’AFRICA, RICONCILIARSI IN AFRICA
LE SETTIMANE TERRITORIALI


Con le nuove mostre itineranti, come sempre accompagnate da manifestazioni musicali e culturali, inizia un nuovo viaggio attraverso i comuni italiani per continuare il lavoro di informazione e di sensibilizzazione.

Guerre dimenticate

Mostra sulle gravi situazioni di conflitto in molte aree del continente, accompagnate dal silenzio dei media e della comunità internazionale, e alimentate dal traffico e dal commercio di armi, soprattutto “leggere”.
Oltre 20 città sono state coinvolte in queste settimane di sensibilizzazione: Ascoli Piceno e alcuni comuni limitrofi (Cupramarittima, San Benedetto del Tronto, Grottammare, Montefalcone Appennino), Bagheria (PA), Bergamo, Brescia, Eboli (SA), Faenza e Alfonsine (RA), Fano (PS), Ferrara, Lugo di Ravenna, Modena, Nuoro, Parma, Piadena (CR), Roma, Salemi (TP), Sondrio, Taranto, Teramo, Terracina, Vittorio Veneto (TV).

Entrare in Africa.

Un sistema comunicativo incentrato sulla metafora della foresta: tanti alberi dalle foglie parlanti attraverso immagini o parole e, tutt’intorno, oggetti e simboli, a rispecchiare la complessità del continente Africa, costantemente deturpato dai luoghi comuni e dalle semplificazioni della moderna informazione.

2001-2003
CAMPI DI LAVORO E FORMAZIONE

Un’iniziativa nata per coniugare lavoro volontario e momenti di studio, in uno spirito di condivisione solidale.
L’attività consiste nella raccolta di materiali di scarto, ai quali viene data nuova vita attraverso il riciclaggio e la vendita. Un modo per condividere lo spirito dell’economia dei poveri. L’informale, secondo l’Ufficio internazionale del lavoro, fornisce almeno la metà dei posti di lavoro nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, e arriva a creare il 90 per cento di nuovi impieghi nelle grandi metropoli dell’Africa sub-sahariana.
Con il ricavato dell’attività vengono finanziati progetti di solidarietà e di sensibilizzazione in favore del continente africano.

2002 – 2004
UN GIORNO PER L’AFRICA

La scuola trasformata in foresta, deserto, villaggio, periferia, pozzo, mercato, brousse, campo coltivato, pista. Realtà e mitologia, passato e presente. L’evento ha coinvolto per un’intera giornata ciascuna scuola aderente all’iniziativa. Attraverso oggetti, simboli e metafore sono state ricreate le varie situazioni della quotidianità in Africa, mentre un “narratore” ha accompagnato i visitatori nella scuola. Il “viaggio” ha coinvolto numerose scuole della Regione Emilia Romagna e della Toscana. Oggi il progetto prosegue con allestimenti in spazi cittadini, convegni e iniziative sull’Africa.

2001-2004: I MARTEDI’ DELL’AFRICA

Ogni primo martedì del mese – presso la libreria Odradek, nel centro di Roma – parliamo di Africa con giornalisti, operatori della solidarietà, testimoni, studiosi, coinvolgendo in un dibattito sempre appassionato immigrati, associazioni, istituzioni e cittadini.

2001-2004
VIAGGI DI TURISMO RESPONSABILE


Promotore e coordinatore di questo progetto, è un mediatore culturale, di nazionalità senegalese residente in Italia da molti anni. Questo facilita un proficuo rapporto tra realtà diverse e facilita le relazioni durante il viaggio.
I viaggi realizzati finora si sono svolti nella regione dell’Africa occidentale (Senegal).
Nell’ambito di questa attività vengono sostenute le comunità locali, secondo il principio di una gestione diretta e fattiva delle risorse ambientali ed economiche su cui esse operano. Pernottamenti, trasporti, visite guidate : tutto viene effettuato avvalendosi dei servizi offerti dagli operatori , dalle famiglie e dalle piccole imprese del posto. Parte del viaggio viene dedicata alla conoscenza delle attività dell’Associazione JANT-BI di Pikine Est, nella periferia di Dakar. Jant Bi è anche partner nell’organizzazione stessa dei viaggi, e parte della quota individuale di partecipazione viene destinata al sostegno di due importanti progetti: sostegno scolastico delle bambine svantaggiate di Pikine Est e Lotta alla malaria. I partecipanti alle varie edizioni dei viaggi in Senegal hanno costituito una rete (Amici di Jant-Bi) che lavora per dare continuità all’esperienza del viaggio e del sostegno all’associazione senegalese anche dopo il rientro.

2003-2004
L’AFRICA IN PIEDI : MOSTRA ITINERANTE


foto Keltouring

Dovunque e in ogni campo si moltiplicano gli esempi di organizzazione della gente e della società civile per la realizzazione di uno sviluppo autocentrato, di una democrazia reale e di una pace duratura. E’ questa l’Africa in piedi: l’Africa che vive e si muove al di fuori della logica dei vertici e delle istituzioni internazionali; l’Africa custode di una cultura della vita altrove dimenticata; l’Africa che coltiva ancora i valori della solidarietà e dell’amore per l’uomo. Il futuro è qui, dove ogni giorno milioni di persone compiono il miracolo della sopravvivenza, sfidando le statistiche della Banca Mondiale e la logica del profitto, le leggi del mercato e la spietata contabilità del Fondo Monetario Internazionale, la guerra e le classi dirigenti corrotte.
Nel percorrere a grandi passi la via del progresso faremmo bene, ogni tanto, a voltarci e a guardare. Tutto ciò che abbiamo abbandonato lungo il sentiero della nostra storia, vive e resiste altrove.

2002 – 2004
I CONVEGNI INTERNAZIONALI


L’AFRICA IN PIEDI A GRIDARE LA VITA E A GUARIRE LE FERITE, Ancona, 19-21 marzo 2004

L’AFRICA IN PIEDI,
Ancona, 28-30 marzo 2003

AFRICA: DALLA SCHIAVITU’ DEGLI AIUTI ALLA LIBERTA’ DEI DIRITTI,
Ancona, 22-24 febbraio 2002

MOSTRA

L’AFRICA IN PIEDI


19 poster cm 60(l) x 90 (h)
realizzati in stampa grafica a colori
plastificati e applicati su supporto in Kapaline
(materiale resistente e leggero, simile al polistirolo espanso)


Costi
250 euro senza trasporto
300 euro con il trasporto a carico dell’associazione Chiama l’Africa

Contenuti
La mostra è realizzata con testi di Eugenio Melandri, citazioni da poesie e testi vari,
foto e materiali documentari derivanti da convegni, pubblicazioni e percorsi autonomi di ricerca.

Ne riportiamo qui di seguito alcune citazioni e qualche immagine

PROLOGO

Alla fine, la strada di ciascuno è la strada di tutti
Non vi sono viaggi isolati
perché non ci sono viandanti isolati
Tutti gli uomini sono uno
e non vi è un’altra storia da raccontare
Cormach Mc Carthy, Oltre il Confine

Foto: Keltouring

RISORSE

L’Africa è un “pozzo delle meraviglie” . Una terra dalle infinite risorse per le ricche industrie del nord: oro, diamanti, petrolio, legname, pregiato, minerali rari, pesce, prodotti agricoli. L’Africa produce troppo per l’esportazione e troppo poco per il consumo interno. In questo c’è l’ombra del suo passato coloniale durante il quale le sue ricchezze venivano saccheggiate sistematicamente dalle grandi potenze europee. E oggi? Le cose non sono cambiate. Le ricchezze del continente continuano ad essere saccheggiate da parte di governi corrotti, multinazionali, potenze occidentali. In questo triangolo di responsabilità ogni attore partecipa in egual modo al perpetrarsi di una vera e propria economia di rapina.
Il colonialismo storico, che sembrava sepolto, è in realtà risorto sotto nuove spoglie e viene spesso contrabbandato come “libero mercato”: prezzi delle materie prime sempre più bassi; protezione dei propri prodotti; imposizione di barriere doganali su quelli degli altri; mano d’opera a basso costo per le nostre industrie.

ACQUA

Dice un proverbio dell’Africa saheliana: “quando piove, Dio si unisce alla terra”
L’ACQUA è considerata dall’uomo africano un dono, non una proprietà.
Un miliardo e 400 milioni di persone al mondo non hanno accesso all’acqua potabile. 40 litri al giorno sono la quantità necessaria e giornaliera per la normale sopravvivenza di una persona. In molti paesi il consumo pro-capite è di 350 litri. In molti altri non si arriva a 5. E il numero di persone colpite dalla scarsità d’acqua o dall’accesso a risorse idriche “a rischio” è destinato ad aumentare velocemente nei prossimi anni. In molti paesi cosiddetti “in via di sviluppo” grandi multinazionali si stanno aggiudicando i servizi di distribuzione dell’acqua e i governi dei paesi poveri sono costretti a privatizzare i propri sistemi per “fare cassa”, ripagare il debito verso banche e governi occidentali e rispondere alle condizioni imposte dai creditori (compresi Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale). Si tratta di un sistema che trasforma l’acqua in bene economico che si vende e si compra, contro la cultura dei popoli, contro la cultura del mondo. Un sistema che minaccia la vita di milioni di persone che non possono permettersi di pagare. Senz’acqua non c’è vita. E per acqua scarsa, stagnante o non potabile in Africa si muore di malaria, leismaniosi, bilarziosi, malattie gastroenteriche e parassitosi.

MIGRAZIONI

“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che nel nostro senso io non ho patria, e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, e in privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri”(Don Lorenzo Milani ai cappellani militari)
“L’esperienza mostra che quando una nazione ha il coraggio di aprirsi alle migrazioni viene premiata da un accresciuto benessere da un solido rinnovamento sociale e da una vigorosa spinta verso inediti traguardi economici e umani” (Giovanni Paolo II)

GLI UOMINI DELLA DANZA

Chi lancerà il grido di gioia
Per risvegliare i morti e orfani
e l’aurora
Chi restituirà memoria della vita all’uomo
delle speranze sventrate
Ci dicono uomini del cotone
del caffè, dell’olio
Ci dicono uomini della morte
Noi siamo gli uomini della danza
i cui piedi rinvigoriscono
colpendo il suolo duro
Leopold Sedar Senghor

Foto: Nigrizia n° 2/02

LA SOCIETA’ CIVILE ORGANIZZATA
Tutto il decennio 1990-2000 ha visto moltiplicarsi il protagonismo della società civile africana, cioè di quei cittadini attivi che si sentono portatori di diritti e si battono pacificamente per conquistarli. Non si tratta di una scappatoia per salvare un continente in difficoltà. E’ piuttosto la premessa di una possibile rinascita, una leva capace di rivitalizzare la partecipazione politica, di ridare fiato alle istituzioni democratiche, di promuovere forme di rinnovamento in tutti i campi.
Si tratta di avere la pazienza e l’umiltà di scorgere, dietro i tragici fatti di un’Africa strangolata, milioni e milioni di persone, uomini e donne, frequentemente sotto il tallone di regimi oppressivi o in assenza totale di stato, che sanno però organizzarsi in associazioni, cooperative, sindacati, per tentare risposte adeguate alle esigenze fondamentali quali l’istruzione, il lavoro, la sanità.
Citazioni da articoli di Raffaello Zordan (Nigrizia) e Giulio Albanese (Misna) , pubblicati su Segno nel mondo n°18/02

MOSTRA

ENTRARE IN AFRICA




L’Africa, con la sua magia, il suo mito, il suo fascino,le sue potenzialità, i suoi problemi. Un evento realizzato da Mario Ghiretti per “Chiama l’Africa”.

Colori, sculture e opere pittoriche che si ispirano al continente africano e momenti artistici interattivi consentono di prendere contatto con i vari aspetti che caratterizzano oggi il continente africano.

La cultura, la società, la casa e le città, il cibo e l’acqua, la salute e l’istruzione vengono “visitati” con il supporto di elementi pittorici e simbolici e con momenti di multivisione che conducono i visitatori a incontrare in modo nuovo e non tradizionale i drammi, certo, ma anche la potenzialità di questo continente, culla dell’umanità.

“Per incontrare il continente africano – dichiara Mario Ghiretti, ideatore e realizzatore dell’evento – l’ambiente che ospita la mostra diventa contemporaneamente somma di paesaggi, foresta, deserto, villaggio, periferia, mercato, brousse, campo coltivato, pista. Realtà e mitologia, passato.

L’AFRICA IN PIEDI A GRIDARE LA VITA E A GUARIRE LE FERITE
Ancona, 19-21 marzo 2004


Interventi di:Jospeh Gnonlonfou, ex ministro della giustizia del Benin, Mons. Giorgio Biguzzi (Vescovo di Makeni, Sierra Leone), Pedro Miguel, antropologo, Ambroise Bulambo, Colette Kitoga, Tarekegne Taka, Abdoulaye Bah, Viresh Vallabhai (Consigliere Ambasciata Sud Africa in Italia)
Con le testimonianze di: Rep. Dem. del Congo: Colette Kitoga / Sudan: Nagla Bawglbati / Somalia: Ibrahim Abdoulkadir / Nigeria: Godwin Chuckuw, Okechukun Anyadiegwu / Kenia: Mary Wabwire / Senegal: Abdoulaye Ndiaye / Burundi: Baroreraho Onesphore (UCSEI)/ Sierra Leone: Festus Tarawalie (UCSEI) / Angola: Dembe Supriano (UCSEI) / Costa D’Avorio: Gnonzion Celestin (UCSEI) / Kenya: Steve Ogongo (UCSEI) /
Concerti di Massimo Bubola – Modena City Remblers

L’AFRICA IN PIEDI
Ancona, 28-30 marzo 2003


Interventi di:Joseph Ki-Zerbo,P. Alex Zanotelli, Justine Michayi, Emanuel Ntakarutimana, Terezinha Da Silva.
Racconti da: Mali – percorso politico modello? / Benin – economia informale / RDCongo – il popolo (la società civile) si organizza / Kenya: la vita sociale nelle città e nei villaggi / Senegal: ricominciare dai villaggi e dai contadini / Burkina Faso: Il Movimento Naam: partire da ciò che siamo / Guinea: un diverso concetto di proprietà / Uganda: la salute gestita sulla strada / Nigeria: le donne si organizzano
Concerti di Massimo Bubola – Pape Kanouté

AFRICA: DALLA SCHIAVITU’ DEGLI AIUTI ALLA LIBERTA’ DEI DIRITTI
Ancona, 22-24 febbraio 2002


Interventi di Joseph Ki Zerbo, Antonio Papisca, Pedro Miguel, Giorgio Santini, Fabien Eboussi Boulaga, Paola Giani, Veronique Gnanih, Rosario Lembo, Cyprien Bakara, Edoardo Missoni, Francesco Gesualdi

SCARICA GLI ATTI

18 – 20 MARZO 2005
L’AFRICA IN PIEDI IN AIUTO ALL’OCCIDENTE

IV CONVEGNO INTERNAZIONALE
Presso l’Aula Magna di Ateneo “Guido Bossi”, Università Politecnica delle Marche.

Organizzato da: Provincia di Ancona insieme a : Chiama l’Africa, Agesci, Beati Costruttori di Pace, Cipsi, Comunità Volontari per il Mondo, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Emmaus Italia, Operazione Colomba, Pax Christi, Ass. Punto Critico, Missionari Scalabriniani, Missione Oggi, Nigrizia.
Con la collaborazione di: Università di Ancona, Centro Missionario di Ancona, Comunità Africane
Con il patrocinio di: Regione Marche, Comune di Ancona

2006 – L’Africa in piedi con volto di donna

ORGANIZZATO DA: Provincia di Ancona, Agesci, Beati i costruttori di pace, Chiama l’Africa, Cipsi,  Comunità Volontari per il mondo, Conferenza Istituti Missionari in Italia, Emmaus Italia,  Misna, Centro Missionario Diocesano di Ancona, Missionari Scalabriniani, Pax Christi,  Rivista Solidarietà Internazionale

CON LA COLLABORAZIONE Di: Università Politecnica delle Marche e Centro Comunità africane della Regione Marche

CON IL PATROCINIO DI:  Comune di Ancona e Regione Marche 

Interventi di: Odile Sankara, Giancarla Codrignani, Terezinha da Silva, Jane Muguku, Mathilde Muhindo Mwamini, Nompi Vilakazi, Amina Maxel  Mursal, Elisa Kidanè, Fatima Mahofud, Fatima Mahofud, Lisa Clark, Raffaella Chiodo,Tiziana Salmistraro; Giuliana Nessi

Spettacolo di Isola Quassud: UN GIORNO IN NIGERIA: 10 NOVEMBRE 1995 di Ken Saro Wiwa

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