Vedere il Continente Africano oggi nelle Condizioni nelle quali ghiacce, mi fa capire quanto sia stata devastante l’invasione e l’occupazione occidentale.

Nessun popolo si è costruito senza la sua storia. E ogni popolo ha sempre sofferto, lottato per riavere il controllo della propria storia. Solo l’Africa e qualche altro paese non ha mai più avuto il controllo della sua di storia.

Ogni volta che un popolo riprende il Controllo del suo destino, il primo atto che compie è quello di fare di tutto per scrivere la sua versione della sua storia, tenendo conto di ciò che effettivamente ne fa parte e scartan­do tutto quello che non gli appartiene. Non è un caso se si dice spesso che solo i vincitori scrivono la storia.

l’Africa è uno di quei continenti che, non solo non ha mai scritto la sua storia, ma non ne è protagonista. O meglio, chi l’ha dominata per anni ha fatto in modo che la preoccupazione principale degli Africani non fosse quella di consolidare la propria storia e cultura, ma di sempre preoccuparsi di avere beni di prima necessità.

Per carità, mangiare, bere, vestirsi sono fondamentali per tutti gli esseri viventi. Anzi, è primordiale. Pero, il problema sorge quando durante tutta la tua vita, non fai altro che correre per soddisfare quei bisogni primari.
 I popoli che hanno dominato l’Africa lo avevano capito benissimo questo concetto. È anche un modello di società che i sociologi studiano e conoscono benissimo.

Basti pensare anche soltanto al modello occidentale dove, in funzione della tua classe sociale, si è in grado di definire la tua personalità e di prevedere il tuo futuro.

Una classe sociale che pensa costan­temente a come pagare le bollette o a come pagare l’affitto, non ha il tempo di ragionare. Non ha il tempo di costruire. Non ha il tempo di pensare ai sui doveri, ancora meno ai sui diritti. Rimane incastrata in un ciclo vizioso nel quale non uscirà mai. Anzi è un sistema costruito proprio per non farlo uscire mai.
E’ costruito e mantenuto proprio per garantire alla società moderna una mano d’opera senza la quale il sistema in generale crolerebbe.

Oltre ad essere una mano d’opera a basso Costo, quella classe sociale è il bacino più rappresentativo del consumismo eccessivo. Sono coloro che spesso comprano senza pensarci, comprano soltanto per assomigliare ai ricchi, comprano per provare ad affermarsi in una società che li ha rigettati e classificati come Cittadini di serie B.
Comprando, fanno girare l’economia. Sono sempre loro che produrre e sono sempre loro che comprano. Dall’abbigliamento, alla moda, dall’elettro­nico, all’elettrodomestico fino al diver­timento. Non si fa mancare nulla. Sono le prede più facili del Consumismo eccessivo.

Tornando all’Africa, quel continente è stato ed è ancora il più grande laboratorio di questo tipo di società fatta da cittadini di serie B. Un laboratorio nel quale l’occidente continua a sperimentare ogni tipo di modello sociale.
Da quel laboratorio nascono ogni tanto delle specie ribelli, che subito vengono combattute e messe a tacere nel modo più assoluto, Come a dire a chiunque volessi provare a fare la stessa cosa, di pensarci due volte prima di farlo.
In una società così fatta, quale può essere l’interesse del domina­tore ad aiutare questi cittadini di classe B a svilupparsi ed a costruirsi? nessuno.

Fare qui la lista dei paesi o popoli che hanno provato a ribellarsi e che sono stati messi a tacere dal colonizzatore è inutile. Non è l’obbiettivo di questo articolo.
l’obbiettivo è invece quello di mettere alla luce un sistema costruito per man­tenere nella dipendenza altri popoli.

Tale un pompiere piromane che mette fuoco nella casa e propone subito dopo i suoi servizi. Servizi che spesso sono a pagamento.

Anche se non hai i soldi necessari per pagare, ti propone comunque i suoi servizi anche in prestito. Una volta indebitato, diventi una preda debole, vulnerabile e disposta ad accettare ogni tipo di compromesso, anche quello di continuare ad indebitarti pure sapendo che nonsarai in grado di pagare quel debito interamente.
Davanti a una situazione di fragilità estrema, l’unica via di uscita è spesso quella adottata da diversi capi di stato di paesi poveri, cioè quella di firmare dei contratti e delle concessioni per durate di 50 o anche 100 anni per l’estrazione delle materie prime.

Quando vivi sempre nell’urgenza e alla ricerca di cosa mangiare, non puoi avere il tempo di pensare a scrivere la tua storia. Di generazione in gene­razione, nascono dei menomati che nascono con le mani tese, pronti sempre a ricevere dei doni, a ringraziare i donatori e ad accontarsi del pocco che hanno senza mai pre­tendere nulla di più, per non sembra ingrati verso il benefattore.

Questo stato di cose deve essere insegnato ai nostri figli per una presa di coscienza generale. L’uomo solo al commando non esiste più. Oggi c’è bisogno di tutta una generazione di Africani che dimostra di avere un po’ più di orgoglio, una generazione che, non soltanto pretende rispetto, ma lavora per meritare quel rispetto, senza mai più scendere a com­promesso e rifiutando di essere trattati con condiscendenza come era il caso in passato.

Per fare tutto ciò, bisogna prendere, non le armi, ma la carta e la penna per cominciare a scrivere la storia, per fare sentire la propria voce attraverso il continente, per denunciare, per raccontare.

Se non decidiamo noi la storia che vogliamo che ai nostri figli venga insegnata, qualcun’altro lo farà per noi.

NG

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