Ricorre oggi, 27 ottobre, il primo anniversario della scomparsa di Eugenio Melandri, cavaliere dell’utopia – come lo abbiamo definito nel numero speciale della rivista che lui ha diretto per 25 anni, Solidarietà internazionale. Eugenio: missionario saveriano, parlamentare europeo, una delle figure più luminose della nonviolenza e della solidarietà. Eugenio continua ad aiutarci a dare voce ai più poveri. A scendere nelle piazze del mondo con i giovani, le donne, gli abitanti di tutta la terra, che non cercano protagonismo o potere, ma vogliono democraticamente confrontarsi sui problemi della vita politica e sociale di tutti.

Eugenio ha scelto, prima di tutto, di essere un abitante di questa terra. Non un semplice cittadino, ma un abitante: parte viva, parte integrata nella vita della comunità. Per la giustizia, i diritti, la pace, la convivenza, Eugenio si è sempre sporcato le mani. Non si è mai tirato indietro. Neppure di fronte a scelte difficilissime, come quando ha consapevolmente scelto di andare contro corrente, per mettersi in gioco anche nel mondo più difficile e cinico dei poteri politici, del parlamento.

La forza di Eugenio, non è mai stata nel suo abito, ma nel suo cuore, nella sua umanità animata da uno spirito costante di servizio missionario che non ha mai nascosto, sia di fronte ai potenti della terra, sia a fianco dei più poveri a quali si è donato fino alle sue ultime volontà, con gli occhi aperti, in atteggiamento di dono e servizio completo. Le porte di casa sua non erano mai chiuse a nessuno, neppure quando usciva, perché gli abitanti della terra nascono tutti uguali in dignità e diritti, chiamati a convivere nella condivisione dei beni e nella tutela dei beni comuni. Nessuno deve vivere in gara con altri per avere di più. Nessuno ha il diritto di escludere alzando muri o imponendosi con la forza o con le armi. Nessuno ha diritti più grandi o importanti di altri. Nessuno può accettare leggi e regole che penalizzano la dignità o i diritti umani, anche solo di un solo essere vivente.

Eugenio ci ha insegnato a non tacere. A non mettere la testa sotto la sabbia, anche quando si rischia. Anche quando dobbiamo farci carico consapevolmente di uscire dalle regole del gioco e dei compromessi. Servire ci pone sempre, apparentemente, in una posizione di inferiorità ma, se si tratta di vero servizio, è sempre la massima espressione della dignità umana, dove nessuno è più importante e più forte, ma tutti siamo uguali in dignità e diritti.

Vogliamo rendere omaggio ad un grande uomo, ma soprattutto raccoglierne gli ideali, i valori, l’esempio. È il nostro impegno per il futuro.

Grazie, Eugenio! Arrivederci!

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